La storia della penna a sfera

La diffusione sempre maggiore degli smartphone e dei computer ha fatto in modo che ormai scriviamo sempre meno a mano. Ma se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che non c’è una scrivania, una borsa o uno zaino in cui non ci sia una penna. E infatti le penne personalizzate restano tra i gadget più regalati ai clienti.

L’inventore

La penna a sfera è stata inventata nel 1938 da László Bíró, un giornalista ungherese che era anche pittore, scultore, giocoliere e ipnotizzatore ungherese. In molti paesi proprio il nome Biro è sinonimo di penna.

Dagli Egizi alle penne personalizzate

Il primo esemplare di penna che troviamo nella storia fu inventato dagli egizi, che per scrivere sui papiri usavano delle cannucce vuote con una piccola punta che veniva intinta in una sorta di inchiostro formato da polvere di carbone e altri vegetali. In seguito, intorno al V secolo d.C. si iniziò ad usare le penne di uccello che vennero poi sostituite nel medioevo dalle penne d’oca che erano più resistenti e duravano di più.
Un altro passaggio importante, che porterà poi alle penne personalizzate, avvenne nel XIX secolo quando nacque la penna stilografica. Si trattava di penne fatta di metallo nelle quali, per evitare che potessero cadere troppe gocce di inchiostro, il pennino venne montato su un cilindro cavo al suo interno, da riempire di inchiostro. In seguito venne aggiunto una foto sulla penna per far entrare l’aria. Nacque in questo modo la penna stilografica.

La penna di John J. Loud

Il primo a brevettare una penna a sfera fu il conciatore di pelli John J. Loud che nel 1888 cercò di costruire uno strumento in grado di scrivere sui suoi prodotti in pelle, cosa che le penne stilografiche di allora non potevano fare. Si trattava di un tubo contenente l’inchiostro e una piccola sfera rotante di acciaio inserita sulla punta. La penna di Loud poteva marcare superfici ruvide come il cuoio ma era troppo grossa per scrivere lettere sulla carta. Con un uso così ristretto la penna non fu mai prodotta e il brevetto decadde.

L’invenzione di László Bíró

In molti provarono a migliorare le penne a sfera ma senza grande successo, fino a quando Bíró pensò che si potevano usare gli stessi inchiostri della stampa di giornali, che si asciugavano subito e lasciavano la carta asciutta e senza sbavature. Per creare l’inchiostro giusto si fece aiutare dal fratello György, che era dentista ma aveva delle competenze in chimica. La penna di Bíró aveva un inchiostro ad alta viscosità e un meccanismo a sfera, in modo da evitare che l’inchiostro si potesse asciugare all’interno del serbatoio. Bíró depositò il brevetto della sua penna in Gran Bretagna il 15 giugno 1938.

Penne personalizzate e commercializzazione

Per via della guerra i fratelli Bíró dovettero scappare Sud America insieme all’amico Juan Jorge Meyne e fondarono la Bírós Pen of Argentina. Prendendo nome dai soci la loro penna venne venduta in Argentina come Birome. Grandi quantitativi di penne a sfera furono acquistate dagli inglesi, che le usarono per gli equipaggi della RAF, visto che rispetto alle penne stilografiche non avevano il problema della perdita di inchiostro.

Il passaggio a Bich

Dopo la fine della guerra però nacque l’esigenza di abbassare il costo delle penne per aumentarne le vendite, e così nel 1945 Bíró cedette il brevetto al barone italiano Marcel Bich. Bich fece alcuni piccoli aggiustamenti alle penne a sfere e avviò una produzione di massa lanciandola sul mercato con il nome di BIC. Il successo straordinario del prodotto è arrivato fino ai giorni nostri.

Le penne personalizzate

Le penne a sfera che usiamo oggi sono in ottone, in alpacca, in plastica o in acciaio inossidabile. Dentro la punta c’è una cavità che contiene un inchiostro che viene distribuito sulla carta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica posta all’estremità della punta.

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